17 ottobre 2018
«In Italia il 60% della popolazione con forte predisposizione al tumore non lo sa»
Secondo il prof. Ruggero de Maria, Presidente di ACC, questa carenza ha anche «risvolti di natura terapeutica visto che negli Usa e in diversi Paesi europei la decisione di procedere con la chemioterapia dopo la chirurgia è presa in base a test molecolari molto precisi e non con le metodiche convenzionali utilizzate in Italia».
ROMA, 17 ottobre 2018 – Intervenendo al convegno sul tumore metastatico della mammella organizzato da The European House Ambrosetti al Senato, il Presidente di Alleanza Contro il Cancro (Rete Oncologica Nazionale), prof. Ruggero de Maria, a proposito della rapida diffusione e del prezzo contenuto delle tecnologie di nuova generazione per le analisi molecolari, ha detto che «il loro impiego, specialmente in Italia, è ancora limitato» e che «in assenza di una piena caratterizzazione dei tumori è molto difficile progredire nelle terapie».
Sempre secondo de Maria «la maggioranza dei nuovi farmaci oncologici, come dimostrato da studi recenti, nonostante i costi spesso elevati, ha un impatto terapeutico molto basso sulla sopravvivenza dei Pazienti. Negli Usa e in diversi Paesi europei – ha aggiunto – la decisione se procedere o meno con la chemioterapia dopo la chirurgia è presa in base a test molecolari molto precisi e non con le metodiche convenzionali che usiamo in Italia che non vengono più ritenute valide dalle linee guida dei paesi più avanzati. Il risultato è che in Italia le Pazienti operate per un tumore alla mammella rischiano di fare una chemioterapia senza trarne beneficio o, ancora peggio, potrebbero non farla nonostante ne avrebbero bisogno per evitare una recidiva».
Un ulteriore problema, per il Presidente di ACC, è costituito dalla mancanza di programmi efficaci per l’identificazione degli individui ad alto rischio di contrarre i tumori. «I numeri – ha detto – sono impressionanti: oltre il 60% delle persone con forte predisposizione genetica a sviluppare il cancro ne è all’oscuro e, sebbene le tecnologie attuali ci permetterebbero di fare screening molecolari a basso costo, in Italia la situazione è estremamente carente. Chi possiede una forte predisposizione genetica ad ammalarsi continua a non saperlo e non intraprende appropriati programmi di prevenzione che potrebbero salvargli la vita».
Alleanza Contro il Cancro, la rete oncologica degli IRCCS che dal 29 al 31si riunirà al San Raffaele di Milano per il terzo Annual Meeting, «sta lavorando per cercare di colmare queste gravi carenze che affliggono il nostro Paese. Sebbene ACC abbia prodotto degli strumenti che potrebbero permettere una caratterizzazione molecolare a basso costo, la validazione clinica e la diffusione nel territorio italiano richiedono un supporto istituzionale; appare quindi evidente – ha concluso de Maria – la necessità di fornire degli adeguati strumenti al Ministero della Salute per attivare dei programmi di ricerca sanitaria che portino rapidamente alla messa a punto di test molecolari ad alta capacità analitica, a basso costo e diffusi nel territorio».
Ufficio Stampa | Alleanza Contro il Cancro